Nella serata di oggi, venerdì 13 giugno, si è aperto il Convegno diocesano della Chiesa di Pozzuoli nella sala Newton di Città della Scienza a Bagnoli. L’impostazione del convegno è stata presentata dal vicario generale don Paolo Auricchio.
Gli obiettivi sono stati presentati dal vescovo di Pozzuoli e di Ischia, don Carlo Villano: «Inizia oggi un convegno vissuto volutamente a giugno, sia come momento di riflessione in merito all’anno pastorale che si sta concludendo, ma anche per dare indicazioni per il nuovo anno. Vivere il Giubileo della Speranza, con la connotazione della carità, ci invita a riflettere profondamente su ciò che significa essere Chiesa, camminare insieme con uno sguardo verso l’orizzonte della speranza. Come ha ricordato papa Leone, noi siamo nella storia dell’Amore, che è radice e fondamento della nostra vita. Una storia che ci vede pellegrini in cammino alla sequela di colui che è la fonte della nostra Speranza. L’ascolto del cardinale Baggio e i tavoli di lavoro che si svolgeranno domani, vogliono essere espressione concreta della Chiesa sinodale, che si pone in ascolto, per poter abitare la nostra storia e viverla pienamente in questo cambiamento d’epoca che c’interroga. Tutti noi – ha concluso il vescovo – siamo e vogliamo essere segno vivo di una Chiesa che cammina verso il regno, pellegrina nella storia».
Un ringraziamento particolare è stato rivolto al cardinale Fabio Baggio, Sottosegretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, stretto collaboratore di papa Francesco e ora di papa Leone, che ha ricordato i punti essenziali del Giubileo: «Nella Bolla d’indizione è scritto che tutti sperano, pur non sapendo che cosa il domani porterà con se. L’imprevedibilità del futuro fa sorgere sentimenti a volte contrapposti, dalla fiducia al timore, dalla certezza al dubbio. Incontriamo spesso persone sfiduciate, che guardano all’avvenire con scetticismo e pessimismo, come se nulla potesse offrire loro felicità. Possa il Giubileo essere per tutti occasione per rianimare la speranza. Non possiamo permetterci che qualcuno rimanga ai margini della vita. Prendiamoci cura della fragilità di ogni uomo, donna, bambino, anziano, con atteggiamento di prossimità del buon samaritano».
Riprendendo le parole di papa Francesco, tutti sono stati invitati a superare le proprie paure e oltrepassare le frontiere, per prepararsi all’incontro con l’altro e proiettarsi verso un ”nuovo umanesimo, che non è una nuova ideologia”.
Tante sono state le domande poste dai partecipanti, presentate dal vicario episcopale per la pastorale, don Alessandro Scotto. A tutti è stato rilanciato l’invito a non lasciarsi “rubare la Speranza” . L’incontro è stato accompagnato dal Coro diocesano guidato da don Giovanni Varriale.
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