L’Archivio di Stato di Napoli e il Comune di Pozzuoli collaboreranno nel progetto “Rione Terra, oltre le mura” con l’obiettivo di far conoscere e divulgare l’identità del territorio e l’unicità del centro storico della città flegrea, abbandonati da anni e che ora vuole rinascere. Il progetto punta a coinvolgere le scuole di ogni ordine e grado che attraverso concrete ricerche con foto, documenti e ricostruzione di tradizioni, dovranno risalire a ciò che è stata la rocca millenaria prima dell’evacuazione del marzo 1970 a causa del bradisismo. Lo scopo è quello di preservare la memoria storica attraverso la conoscenza, ma anche di coinvolgere la popolazione nell’individuare le caratteristiche del Rione Terra. Il borgo antico della città, la rocca, è una città nella città e costituisce una testimonianza dei fenomeni geologici del territorio e dell’evoluzione storico culturale e può costituire il volano di uno sviluppo turistico del comprensorio flegreo.
Gli studenti saranno coinvolti in due concorsi: l’ideazione del play off e la ricerca delle tracce di memoria nelle proprie case. Il materiale raccolto sarà trasformato in elaborati che verranno pubblicati nel blog del sito istituzionale del comune di Pozzuoli. I lavori migliori saranno premiati dalla Federalberghi flegrea. Parte del progetto sarà curata dall’Archivio di Stato di Napoli che si impegna a cercare carte antiche e documenti che potranno consentire una nuova linea di conoscenze dell’antica rocca.
«La progettazione di una nuova vita – ha detto nel corso della presentazione Candida Carrino, direttore dell’Archivio di Stato di Napoli – non può prescindere dalle radici profonde che affondano in millenni di storia. In archivio ci sono molti documenti che testimoniano il passato del borgo flegreo e che potranno dare un importante contributo all’iniziativa».
Alla presentazione ha presenziato il sindaco, Luigi Manzoni, che ha sottolineato come “l’iniziativa permetterà di promuovere un sito straordinario simbolo della nostra città”, insieme all’assessore alla cultura, Filippo Monaco, il quale ha precisato che il borgo “si avvia a diventare il motore di una nuova economia, di un turismo che fa della cultura il proprio stendardo”.