La Chiesa si prepara a vivere domenica 7 settembre un evento di grazia che parla direttamente al cuore delle nuove generazioni: la canonizzazione di Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis, due volti luminosi della santità giovanile.
Il primo, il “giovane delle otto beatitudini”, testimone della carità tra i poveri e amante della montagna, uomo di fede concreta e gioiosa. Il secondo, il ragazzo di Internet, capace di usare la tecnologia come strumento di evangelizzazione, innamorato dell’Eucaristia e capace di mostrare come la santità sia possibile anche nel quotidiano dei nostri giorni.
Queste due figure, così diverse eppure così vicine, ci ricordano che la santità non è un lusso per pochi, ma una vocazione universale, accessibile anche ai ragazzi e alle ragazze di oggi.
Don Bosco, padre e maestro della gioventù, ne sarebbe stato entusiasta: lui che ha sempre cercato “santi allegri”, convinto che “basta volerlo” per vivere la grazia di Dio nel gioco, nello studio, nella solidarietà.
La loro canonizzazione è una provocazione per i giovani di oggi: non accontentarsi di vite mediocri, ma puntare in alto, verso la “vetta” che è Cristo. È anche un invito per la Chiesa a continuare a credere nella forza e nella bellezza delle nuove generazioni, che nonostante fragilità e smarrimenti, custodiscono un potenziale di bene straordinario.
Pier Giorgio e Carlo diventano così compagni di cammino: con i piedi ben piantati nella terra del loro tempo, ma con lo sguardo rivolto al Cielo. Due testimoni che ci dicono che il Vangelo è vivo, giovane, contagioso.
La loro santità è una chiamata chiara: anche oggi i giovani possono essere santi, e non domani, ma adesso. E noi, come comunità cristiana, siamo chiamati a sostenerli, a credere in loro e a creare spazi dove la fede diventa vita, gioia, servizio.
don Enzo Cimarelli