Nello scorcio finale di una calda estate, sono rimbalzate in rete diverse notizie strane, da quelle più umoristiche a quelle più drammatiche (magari con lieto fine, come la bimba che ha volato agganciata a un aquilone, o la bambina ritrovata in mare aperto su un salvagente a forma di unicorno…). Ma il primo posto tocca senz’altro alla notizia dei due “terrapiattisti” (cioè, persone che credono che la Terra sia piatta, non rotonda) che hanno comprato una barchetta per arrivare a Lampedusa, da loro considerata bordo estremo della Terra, per fare naufragio e ritrovarsi invece ad Ustica. Niente da fare, dunque: alla fine non sono riusciti a vedere cosa c’è oltre il confine ultimo della Terra piatta. In modo sarcastico uno dei medici intervenuti nel salvataggio ha notato che per orientarsi usavano la bussola, che come si sa ha un senso solo se la Terra è rotonda e ha i suoi bravi poli magnetici… Episodio un po’ al limite, certo, ma spia di un fenomeno che sembra diffondersi sempre più, e chi bazzica i social sa bene di cosa parlo. Dico di quel movimento che comprende no-vax (no ai vaccini), no-mask (no alle mascherine), negazionisti del Covid (“nun c’è covviddi”, urlava al Tg una ragazza).
Insomma, seguaci di ogni genere di teoria complottistica (c’è sempre dietro qualcuno di oscuro e misterioso), come quelli che credono alle scie chimiche in cielo o che il 5G finirà per renderci tutti dei robot. Di certo la pandemia che continuiamo a vivere nel mondo non aiuta a fare piazza pulita di queste stramberie, che cessano però di essere tali nel momento in cui migliaia e migliaia di persone vi credono ciecamente.
Qualcuno usa per queste categorie di persone il termine “medievale”. Nulla di più profondamente sbagliato. Il Medioevo fu, come dice la parola, un’età di mezzo, di passaggio tra l’antichità greco-romana e la nuova era dell’Umanesimo e del Rinascimento. Seppe cioè accogliere il positivo della civiltà precedente, e prepararne una nuova. Nulla di tutto questo si scorge in queste persone, accomunate solo dal rifiuto della modernità (non a caso prevalgono i “no”: no vax, no mask, e così via). Il problema è che la cultura moderna ha messo al suo centro, magari in modo eccessivo e pericoloso, la ragione, e perciò negare la modernità comporta negare la ragione, in primo luogo quella scientifica. Pertanto, le idee chiare e distinte, di cartesiana memoria, sono del tutto bandite da questo modo di pensare, che anzi fa dell’illogicità, dell’anarchia dei concetti, della sovrapposizione senza senso di piani diversissimi tra loro, una sua bandiera. In questo modo, però, si ricade in ancestrali paure, si torna a essere schiavi dei propri istinti peggiori, si rivivono i peggiori incubi vissuti nella storia: mai come in questo caso, è vero che «il sonno della ragione genera mostri». Superstizione, fanatismo, violenza e intolleranza alla fine in questo polverone (creato ad arte?) finiscono per prevalere. Certo, è paradossale che in questa particolare fase storica proprio la Chiesa si sia levata in difesa della razionalità scientifica e della modernità. Paradossale, visto il rapporto spesso conflittuale che la Chiesa ha sempre avuto con il pensiero moderno, e la fede con l’esaltazione della razionalità. Qualcuno, a dire il vero più di uno, ha notato però, anche con una punta di polemica: la Chiesa non ha proposto una sua visione della pandemia, non ha reagito come nei secoli scorsi con il riferimento a una sacralità che si pone come spiegazione di ogni cosa. È, insomma, sembrata persino troppo accondiscendente con le affermazioni degli scienziati, come se non avesse qualcosa di proprio da dire. È una convinzione che anche molti sacerdoti e fedeli hanno fatto propria, ad esempio parlando di “ossessione igienista” della Chiesa quando sono state accolte tutte le limitazioni alle celebrazioni liturgiche imposte dal Comitato Tecnico Scientifico. In realtà la Chiesa, ancora una volta, ha difeso l’umanità dell’uomo, lo ha protetto dal ritorno a mentalità buie e oscurantiste, accettando quanto di buono e positivo negli ultimi secoli la cultura ha saputo produrre, comprese le conquiste scientifiche e mediche. Non si è compreso che, ancora una volta, la Chiesa – ponendosi al fianco di medici, scienziati, ricercatori, e accogliendo quanto loro suggerivano – ha ascoltato una Parola che da sempre la guida, una Parola che la invita a «vagliare ogni cosa e tenere ciò che è buono» (1Ts 5,21). D’altra parte, non dobbiamo mai dimenticare che, come scrisse san Giovanni Paolo II nella Fides et Ratio, fede e ragione «sono come le due ali con le quali lo spirito umano si innalza verso la contemplazione della verità»: negare l’una significa negare anche l’altra.